Poco business e tanta filosofia, pochi consigli pratici ma molta cultura aziendale e sani e buoni principi. Un personaggio sicuramente fuori dal coro, così come l'intervista, molto diversa rispetto a quanto siamo ormai abituati. Da vedere.
Come forse saprete in passato ho scritto diversi pezzi su Montemagno. Potete trovare qui il primo risalente ormai a fine 2017 sulle motivazioni per le quali a mio avviso era un fenomeno che funzionava. Era molto bravo sicuramente in video in un momento in cui la comunicazione era sinonimo di video e comunicazione video era sinonimo di video di breve durata, diciamo dai 3 ai 7 minuti. E questo è esattamente ciò che faceva Montemagno, in un momento peraltro in cui in Italia pochi lo facevano, e lo faceva bene, molto bene.
Ho poi scritto una sorta di recensione del suo libro sul digitale Codice Montemagno e su come essere presenti online (la potete trovare qui), libro sinceramente pieno di spunti interessanti.
Ho iniziato a seguirlo meno quando mi sono accorto che, nonostante le cose continuasse e continui oggi a farle bene, il materiale, giustamente, spesso e volentieri arrivasse da famosi podcast americani, che per vie diverse avevo iniziato anche io a seguire. Ripeto, giustamente, è difficile che sia sempre farina del proprio sacco, nè tantomeno era quello che cercasse di far credere, ma fatto sta che ho iniziato appunto a seguirlo meno. Parallelamente ha iniziato a monetizzare dalla community, creando gruppi privati, servizi eccetera e da romantico quale sono, non mi è andata giù.
Questa lunga premessa per dire che, nonostante appunto non consumi più il suo materiale in profondità, sono sempre abbastanza allineato o informato su quanto faccia o pubblichi, e quando ho visto come ospite Brunello Cucinelli, famoso stilista italiano e fondatore della omonima linea di cashmere, non ho resistito e ho scaricato immediatamente il podcast.
Questo per due ragioni: da una parte lo conoscevo per la qualità dei suoi prodotti e per un articolo che avevo letto riguardo ad un suo libro dove parlava di una grandissima e profonda cultura aziendale e attenzioni verso i suoi dipendenti, e dall’altra perchè come molti di voi avevo letto la notizia di alcuni Big della Silicon Valley in visita nel borgo dove vive in Umbria questa primavera.
Devo dire che l’intervista è stata ancora meglio di quanto mi aspettassi: a sentirlo parlare sembra un filosofo, con una voce calma e profonda. Durante i suoi racconti traspare gratitudine, felicità o meglio serenità, competenza e voglia di fare bene ed il bene.
Tantissime le citazioni fatte: da Marco Aurelio a Jean-Jacques Rousseau, dall'imperatore Adriano al padre, insomma un vero fiume in piena.
Gli argomenti trattati sono diversi: dalla moda e il cashmere alla cultura aziendale appunto, passando ovviamente per questo suo rapporto quantomeno particolare con alcuni big della Silicon Valley, che lui continua a chiamare ‘questi ragazzi’, definendoli i giovani Leonardo del terzo millennio.
“Il grande sogno della mia vita è sempre stato quello di lavorare per la dignità morale ed economica dell’essere umano"
E allora mi sono chiesto, perchè questi personaggi, bilionari, tra cui anche Jeff Bezos CEO e fondatore di Amazon e ad oggi l’uomo più ricco del mondo, ma anche Dick Costolo ex CEO di Twitter, così come Drew Houston, amministratore delegato e fondatore di Dropbox e il co-fondatore di LinkedIn, Reid Hoffman, sicuramente tra gli uomini più impegnati del pianeta, decidano di prendere i loro jet e trascorrere tre giorni in un paesino umbro di 400 anime, senza telefoni per giunta?
Lui racconta come ai primi incontri negli States gli abbiano chiesto di parlare di umanesimo, e di come tutti insieme si emozionino spesso all’ascolto dei racconti altrui, o leggendo la lettera di chi non è potuto esserci nel piccolo teatro del paesino.
Ma ci deve essere di più: forse questo signore italiano ha un qualcosa, una marcia in più, un segreto che custodisce e che forse vuole tramandare. Ma quale?
"Basta uno sguardo per trasmettere stima. La stima porta responsabilità. La responsabilità porta creatività"
Non credo si tratti di questo. Credo invece che si tratti di un signore italiano, di successo, ma con a cuore i grandi problemi di oggi e di domani, e che queste persone sono davvero desiderosi di ascoltare. Un signore italiano che ha letto molto, e che quindi ha anche molto da raccontare: probabilmente molti vogliono saperne di più della sua idea di capitalismo umanistico. Un signore italiano che al matrimonio delle figlie ha regalato 1000 libri ciascuna. Un signore italiano che ha capito come trattare con questi big del mondo tech a stelle e strisce, che lui continua a chiamare 'ragazzi', e che sa fare domande, o meglio, riesce a far porre loro le domande giuste, anche se scomode.
"Leggo tutti i giorni. Del resto, sono benedettino, e devo curare la mente con lo studio e l’anima con la preghiera e il lavoro. Se dovessi perdere tutto, la sola cosa che vorrei conservare sono i miei libri"
Un signore italiano che riesce a mettere insieme una dozzina di persone che insieme fanno il Pil di nazioni intere, e sa farli rimanere in Umbria per tre lunghi giorni a chiaccherare, ascoltare in silenzio la natura, guardare le stelle, e cercare di capire come i loro colossi, molto più grandi di quanto loro stessi si potessero mai aspettare, possano anche preoccuparsi e fare del bene non per i prossimi 12 mesi, nemmeno per i prossimi 5 anni, ma per i prossimi 1000 anni, nonostante le scadenze a 90 giorni che accomunano tutti coloro che sono quotati in borsa. Come dei custodi. Anche lui infatti si sente proprio un po’ custode.
Prima di impacchettare casualmente un busto di Adriano, metterlo nel jet privato di Jeff Bezos e regalarglielo per la sua casa texana...
" L’imperatore Adriano diceva: ‘I libri mi hanno indicato la via della vita’ e ‘la vita mi ha fatto comprendere il contenuto dei libri’ “
Spero di avervi messo abbastanza curiosità da andare ad ascoltare o vedere questa intervista se ancora non l’aveste fatto. Trovate qui il video e qui il podcast.
Già che ci siete se volete farvi un giro sul suo sito, raramente un’immagine di un abito o di un 'semplice' golf mi ha trasmesso tanta bellezza, qualità e morbidezza.
Inoltre a questo link potete trovare il libro scritto proprio da Brunello Cucinelli, che prenderò anche io a breve, dal titolo ‘Il sogno di Solomeo’, proprio dal nome del borgo umbro sopra citato.
Qui parla in profondità dei concetti espressi nell'intervista, e proprio dell'idea di capitalismo umanistico come si legge nel sottotitolo.
Ps: per dirla tutta questi 12 big non sono i primi ad essersi accorti di lui, dato che nell’intervista rivela che le famose maglie nere a maniche lunghe che metteva sempre Steve Jobs fossero proprio sue...così come le altrettanto famose tshirt grigie di un certo Mark..che di cognome fa Zuckerberg...
Ps2: ho letto molti commenti anche negativi a questa intervista su Youtube, soprattutto per la piega eccessivamente filosofica e per le troppe e ricorrenti citazioni. Credo che per quanto alcune critiche costruttive ci possano stare, e per quanto in effetti ad alcune domande più mirate e volutamente pratiche su certi aspetti del business non vi sia stata risposta diretta, sia proprio questo che rende questa intervista speciale. Sono anche convinto che non sia stato assolutamente facile condurre un'intervista del genere dove sicuramente sono mancati dei punti di riferimento ma Montemagno se l'è cavata direi benone!
Buon ascolto e fatemi sapere cosa ne pensate
A presto
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