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Immagine del redattoreAntonio Garbaccio

Interviste: Raffaele Gaito, Imprenditore Digitale e Growth Hacker

Aggiornamento: 1 mag 2018


Oggi abbiamo la fortuna di poter ricevere preziosi consigli dal (non esagero) numero uno italiano del suo campo: il growth hacker Raffaele Gaito. Mettetevi comodi, prendete appunti, e buona lettura!


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(tutte le foto dal profilo Facebook di Raffaele)


Raffaele, classe 1984, informatico, si è fatto strada in questi ultimi anni come uno dei massimi esperti in questa disciplina: ma esattamente di cosa si tratta? Ce lo faremo spiegare meglio poi da lui, ma fondamentalmente di marketing, ma una visione di marketing un pochino più estesa ed allargata che aiuta l’azienda o comunque chi fa uso di queste tecniche e strategie, a crescere, come dice la parola stessa.

Il tutto attraverso strategie di marketing concentrate sul prodotto ma anche e soprattutto sul corretto posizionamento digitale. Quindi Raffaele grazie ancora per essere qui con noi oggi, e spero di non farti domande troppo banali. Partiamo.


"Per me creare valore è la cosa più importante del mondo"

Innanzitutto avresti voglia di raccontarci brevemente quello che è il tuo background? Studi e prime esperienze lavorative?


Il mio background è da informatico. Ho preso una laurea con lode in informatica all'università di Salerno e per tantissimo tempo ho fatto lo sviluppatore (ho scritto la mia prima riga di codice a 15 anni) lavorando con le più disparate tecnologie: backend, frontend, full stack, mobile, web e chi più ne ha più ne metta.

Ho sempre lavorato, fin da ragazzino. Quando ho iniziato a smanettare col PC ho fatto quello che succedeva a parecchi di noi all'epoca: prima ero quello che assemblava e sistemava i computer ad amici e parenti, poi ho iniziato a sviluppare qualche sito web a pagamento, per un periodo sono andato in fissa con i montaggi video e facevo i video per feste, matrimoni, compleanni, ecc. Quando mi sono iscritto all'università ho invece iniziato a lavorare seriamente e ho praticamente sempre fatto impresa, non mi faceva impazzire l'idea di avere un capo. E quindi si può dire che da quando avevo una ventina d'anni ad oggi ho fatto l'imprenditore digitale. Insieme ad altre mille cose...


"Ad un certo punto mi imbatto nel libro 'Growth Hacker Marketing' di Ryan Holiday che per me diventa una sorta di epifania. Era il connubio perfetto per chi come me, voleva saperne di più di marketing, ma aveva un background tecnico, una propensione al business, una passione per i dati e così via"

Come sei arrivato al growth hacking e quando hai capito che ti saresti voluto concentrare fondamentalmente su questa disciplina?


Ci sono arrivato abbastanza gradualmente, proprio perché univo un background tecnico e la volontà di fare impresa. Più passava il tempo e più mi rendevo conto che le competenze tecniche non bastavano, e questa non è una riflessione da poco per un programmatore. Iniziavo a realizzare che non bastava realizzare bei prodotti, usare le tecnologie più in voga o ottimizzare al meglio il proprio codice per poi avere dei clienti. Potevi mettere sul mercato una nuova app, un sito web, un blog, un e-commerce o qualsiasi altra cosa, ma mancava sempre un pezzo.

Perché la gente dovrebbe usare i miei prodotti?

Inevitabilmente ho iniziato ad interessarmi al marketing e ai nomi famosi della scena americana. Fino a che ad un certo punto mi imbatto nel libro "Growth Hacker Marketing" di Ryan Holiday che per me diventa una sorta di epifania. Era il connubio perfetto per chi come me, voleva saperne di più di marketing, ma aveva un background tecnico, una propensione al business, una passione per i dati e così via. La prima cosa che ho fatto è iniziare ad utilizzare questo approccio sulle mie attività...


Ho letto spesso che parli di due concetti per te fondamentali: da una parte come il growth hacking non possa quasi mai considerare in maniera separata il marketing dal prodotto in sè, e dall’altra l’importanza dei dati: ti chiedo come e se questi concetti si possano utilizzare indistintamente per aziende con fatturati milionari e al singolo libero professionista?


Assolutamente si!

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Il Growth Hacking è prima di tutto un mindset, un modo di pensare e di ragionare. Un approccio non convenzionale a problemi che affrontiamo tutti i giorni. Il tipo di prodotto/servizio o la dimensione dell'azienda impatta solo sulla parte tecnico-operativa del tutto, ma la parte di mindset è invece utilizzabile in qualsiasi contesto. Il dato, per esempio, è fondamentale per qualsiasi tipo di azienda o professionista. Se non osservi i tuoi dati allora non hai il controllo del tuo business e, di conseguenza, rischi di prendere decisioni basandoti sui parametri sbagliati (molto spesso su parametri "astratti" come l'esperienza o l'intuito).


“Il Growth Hacking è prima di tutto un mindset, un modo di pensare e di ragionare. Un approccio non convenzionale a problemi che affrontiamo tutti i giorni"


Ho visto che parallelamente oltre alla consulenza fai anche molta formazione, e da quello che ho letto ti piace anche molto: perché pensi sia importante questa condivisione delle conoscenze? (io non potrei peraltro essere più d’accordo, tutto il mio progetto si basa su questo)


La formazione è una cosa fantastica, più passa il tempo e più mi piace e più ci dedico tempo! Sono sempre stato molto attratto dalla possibilità di passare la conoscenza. È un'attività che mi consente di creare molto valore nell'interlocutore, di qualsiasi tipo esso sia. A maggior ragione in un'epoca veloce e in continua evoluzione come la nostra, la formazione (continua e trasversale) diventa veramente l'elemento differenziante e il vantaggio competitivo sul mercato del lavoro. Credo di reputarla così importante perché, a mia volta, sono una persona che investe parecchio sulla propria formazione. L'ho sempre fatto, fin da ragazzo, e continuo a farlo anche oggi in tutte le forme possibili: libri, corsi online, corsi d'aula, workshop, seminari e chi più ne ha più ne metta.


"Sono una persona che investe parecchio sulla propria formazione. L'ho sempre fatto, fin da ragazzo, e continuo a farlo anche oggi in tutte le forme possibili: libri, corsi online, corsi d'aula, workshop, seminari e chi più ne ha più ne metta"

Ti seguo su Linkedin dove sei molto attivo: consigli libri, tool e sei sempre disponibile con chi ti chiede consigli o anche solo ti vuole fare un complimento: questo perché è per la tua attività la piattaforma più importante o perché come dicevamo prima, questo atteggiamento deve in qualche modo far parte del pacchetto di essere un entrepreneur seguito e conosciuto? O sei semplicemente grato dell’attenzione ricevuta?


Per me creare valore è la cosa più importante del mondo. Tutto qua.

E una cosa è scriverlo (per fare il figo) e una cosa è farlo veramente. Io ne sono letteralmente ossessionato, in tutte le cose che faccio, piccole o grandi che siano. Se non sto creando valore metto in dubbio tutta l'attività e sono disposto anche a fare un passo indietro. Ecco perché a me piace condividere contenuti utili di qualità e poi mi prendo anche la briga di rispondere ad ogni commento e ringraziare singolarmente ogni utente che mi fa un complimento. Mi ricordo come era difficile quando ho iniziato io e ricordo anche come era fastidioso ogni volta che contattavo qualcuno di "noto" in rete e venivo ignorato...


Io per formarmi seguo molti blog, podcast libri ecc. Quale è stata la tua scuola di growth hacking? C’è qualche libro/podcast/entrepreneur o altro che per te è stato un pilastro fondamentale e dunque dovrebbe costituire un passaggio obbligato per tutti?


Io ho iniziato, come dicevo prima, con il libro di Ryan Holiday che è stato il primo sull'argomento. Poi da li è stato un susseguirsi di libri, ebook, blog, corsi e tanto altro materiale in lingua inglese. Quando ad un certo punto mi sentivo abbastanza forte sulla materia mi sono guardato intorno e mi son chiesto: come alzo ancora l'asticella? E così sono andato a studiare nella migliore accademia di Growth Hacking d'Europa: la Growth Tribe Academy di Amsterdam.


Roba da leggere e studiare ce n'è tanta e più o meno si tratta sempre dei soliti nomi: Ryan Holiday, Sean Ellis, Neil Patel, Andrew Chen, Noah Kagan, Nir Eyal, Sujan Patel, Josh Fechter e così via. Più che altro io consiglierei a chi vuole approcciarsi a questa materia di studiare un po' di classici del marketing e del mondo startup, che non fa mai male conoscere le basi: Steve Blank, Eric Ries, Al Ries, Philip Kotler, Guy Kawasaki, Seth Godin, e così via.


Per finire un cenno al tuo libro: innanzitutto come sta andando e poi perché chi ci segue dovrebbe leggerlo? E’ un concentrato di tutta la tua esperienza degli ultimi anni? (lo potete trovare al seguente link)


È il libro che avrei voluto leggere io quando ho iniziato. Così lo descrivo e credo che sia il modo migliore per riassumerlo.

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Ho messo dentro tutto quello che ritenevo importante sul Growth Hacking (e non solo) cercando di fare una cosa molto difficile: bilanciare teoria e pratica per creare un libro che fosse senza tempo. E dalle recensioni entusiaste che sto ricevendo penso di esserci riuscito. Una delle cose più belle che hanno scritto sul mio libro è: non è un libro da libreria, ma è un libro da scrivania! Non aggiungo altro ;)


Grazie ancora a Raffaele per la sua disponibilita'.


E tutti noi facciamone buon uso! Potete trovare molto altro al sito www.raffaelegaito.com!


Condividete e commentate!


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