Bellissima intervista e tanti gli argomenti trattati: dalle fintech, al futuro dei metodi di pagamento, dalle cripto all'ecosistema startup in Italia.
Oggi parliamo con Fabrizio Villani, CoFounder & Head of Growth di Fintastico. Si tratta fondamentalmente di un portale per la ricerca di servizi finanziari innovativi, che sta avendo una crescita importante e sempre più seguito.
Come ci faremo spiegare da Fabrizio ormai con l’avanzare della tecnologia e delle connessioni globali molti dei servizi e dei prodotti finanziari e bancari tradizionali sono superati, soprattutto per quanto riguarda i pagamenti, ma non solo. Basta pensare infatti all’avvento della blockchain, alle criptovalute e al crowdfunding.
Fabrizio e i suoi soci, Fabio Brambilla che aveva già lanciato progetti come Advanced Capital sgr e Controlpartners e Fabio Marras, che nel 2010 ha dato vita al primo Robo Advisor d’Europa AdviseOnly, hanno notato una carenza nell’informazione FinTech, tempestiva e di qualità, per dare a tutti la possibilità di poter usufruire dei servizi innovativi offerti generalmente da startup e allo stesso modo comprendere i trend futuri.
Altro obiettivo ambizioso di Fintastico è quello di colmare il gap cognitivo e creare cultura sul settore e le sue soluzioni migliorando allo stesso tempo l'educazione finanziaria dei suoi lettori attraverso un blog costantemente aggiornato.
Fabrizio Villani nel 2016 è già stato eletto “Insurance Nexus” e “InsurTechNews” come uno tra i Top 10 influencer Insurtech e Internet of Things a livello globale.
Quindi direi di iniziare: ringraziando Fabrizio per la disponibilità partiamo con le domande!
Innanzitutto grazie per la disponibilità. Vorrei sapere, come e quando è iniziata la vostra avventura con Fintastico?
Ciao, innanzitutto grazie per l'intervista e un saluto a tutti i lettori/lettrici. Fintastico ha visto la luce ad ottobre 2016 attraverso un MVP che abbiamo testato fino a febbraio 2017 quando poi successivamente ci siamo costituiti come società e che ha già vissuto un restyling con una versione lanciata a giugno 2017. Come sai, i prodotti digitali non finiscono mai di evolvere e cambiare.
Quali sono stati i primi passi dell’execution?
Siamo partiti da una ricerca di mercato per capire nel medio-lungo periodo come potrebbe evolvere il mercato alla luce di cambi delle preferenze dei consumatori e delle imprese anche grazie all'implementazione di direttive europee e trend tecnologici che stanno impattando il settore bancario e della finanza tradizionale. Una volta avuti chiari i punti di forza e di debolezza delle soluzioni attualmente presenti sul mercato, abbiamo iniziato a sviluppare il prodotto.
"Una volta avuti chiari i punti di forza e di debolezza delle soluzioni attualmente presenti sul mercato, abbiamo iniziato a sviluppare il prodotto "
Nella vostra crescita iniziale avete seguito il metodo lean? Avete prima di tutto messo in piedi un MVP e cercato di capire se esistesse o meno un mercato? Oppure che strategia avete utilizzato?
Si esatto, il primo step è stato un MVP e continuiamo a utilizzare la metodologia lean rilasciando frequenti piccoli aggiornamenti in base alle esigenze e agli interessi dei nostri utenti. Proprio per questo motivo recentemente abbiamo lanciato una iniziativa in partnership con Meritocracy, la startup milanese che aiuta i talenti a trovare le migliori offerte di lavoro nelle realtà più interessanti e all'avanguardia in Italia e in Europa, una sezione su Fintastico con le offerte più interessanti: Fintech Jobs.
"Il danno reputazionale di una possibile ICO scam è troppo grande e non vogliamo assolutamente perdere la credibilità e la fiducia della nostra community"
Ad oggi, di che numeri parliamo? Come utenti e servizi censiti?
Abbiamo più di 2400 servizi fintech censiti e suddivisi in diverse categorie che vanno dal crowdfunding alla blockchain e dal regtech all'insurtech. Ci siamo accorti che purtroppo, a differenza di quello che accade in altri mercati europei dove operiamo (Regno Unito e Spagna) questi termini sono ancora troppo lontani dalla realtà e dalle abitudini degli utenti italiani, per questo a breve passeremo da una classificazione basata sulle categorie ad una basata sui bisogni degli utenti: Ad esempio se cerchi un prestito non ti interessa sapere che è un prestito proveniente dal peer to peer lending, ti interessa sapere quali condizioni ti offrono e quali sono i vantaggi rispetto ai canali tradizionali. Oltre il 20% di questi 2400 servizi fintech su Fintastico sono provenienti dal crowdsourcing, ovvero imprese o dipendenti di imprese fintech hanno notato che su Fintastico mancava la loro realtà e attraverso il pulsante aggiungi un servizio ci hanno sottoposto la loro realtà per valutarla e decidere o meno se avesse le caratteristiche giuste per essere considerata una soluzione fintech. Al momento, visto la mancanza di certezze dal punto di vista regolamentare abbiamo deciso di non listare ICO su Fintastico, il danno reputazionale di una possibile ICO scam è troppo grande e non vogliamo assolutamente perdere la credibilità e la fiducia della nostra community.
Che processo di selezione avete per decidere quali startup/servizio/fintech censire?
Un servizio fintech è un servizio che rispetta tra le altre, queste tre fondamentali condizioni:
utilizza le più recenti tecnologie: ad esempio una fintech non utilizza un linguaggio di programmazione antiquato (es. Cobol linguaggio degli anni '60 è ancora presente nel 90% degli ATM);
una migliore UX e attenzione al cliente: attraverso l'utilizzo delle più recenti tecnologie e di un team ridotto rispetto alla moltitudine di impiegati bancari, le fintech sono in grado di offrire una migliore esperienza dell'utente e un servizio clienti più efficace rispetto ai canali tradizionali;
trasparenza: solitamente scegliendo di usare un prodotto o servizio fintech si sa fin dai primi click quale è la struttura dei costi ovvero quanto devo pagare alla fintech, per cosa e quanto ottengo in cambio. Con i canali tradizionali di solito, bisogna essere in grado di leggere nelle righe scritte in piccolo all'interno di contratti faraonici quali sono tutte le condizioni "favorevoli" che ci stanno offrendo.
Oltre a questi punti ce ne sono ovviamente altri che prendiamo in considerazione ma non vorrei dilungarmi troppo. Stiamo ragionando con un'entità terza e indipendente l'utilizzo di una metodologia per comparare tra di loro le diverse soluzioni, questo incrementerà la fiducia nei confronti del servizio che offriamo.
"Fare una startup significa essere disposti a intraprendere un percorso di apprendimento e di scoperta. È necessario sentire cosa pensa il mercato dell'innovazione che la startup propone."
I risultati sono stati subito se non entusiasmanti almeno incoraggianti oppure avete dovuto fare molta gavetta prima di trovare la vostra ‘market validation’?
Fare una startup significa essere disposti a intraprendere un percorso di apprendimento e di scoperta. È necessario sentire cosa pensa il mercato dell'innovazione che la startup propone.
Il processo di crescita e sviluppo di Fintastico è composto da tre fasi: siamo ancora nella prima fase che è quella che permette all'utente (privato o impresa) di scoprire quali sono i servizi finanziari innovativi. In base agli input che riceveremo nella seconda e terza fase di sviluppo (con aggiunta di features e servizi) saremo in grado di validare o meno le nostre ipotesi e raddrizzare il tiro.
Vuoi provare a spiegarci più nel dettaglio esattamente che servizi offrite, e quali sono stati gli ostacoli più ardui da superare, tecnologici e non?
Fintastico fornisce una panoramica sui servizi finanziari innovativi e permette a banche e assicurazioni di sviluppare progetti su misura e di interesse per i loro clienti attraverso i nostri servizi di consulenza e di ricerca di mercato. Il team di Fintastico gestisce ricerche di mercato in mercati diversi come la Spagna, il Regno Unito e l'Italia, oltre a ricerche in altre aree geografiche. Il modello nel futuro passerà da un approccio B2B a uno più B2B2C.
Ti occupi tra le altre cose di Growth e sentiamo sempre di più parlare di Growth hacking. Come si spiega e di cosa si tratta?
Coniato nel 2010 da Sean Ellis, il termine Growth Hacking indica un'insieme di strategie di web marketing volte a far crescere il più velocemente un'impresa facendole acquistare un maggior numero di utenti. In generale le strategie di Growth Hacking sono particolarmente consigliate per le startup, ma la verità è che a qualunque impresa piccola, media o grande che sia, può esser utile far ricorso ad un Growth Hacker per migliorare le vendite. Anche Coca Cola per esempio ha sostituito il loro marketing manager per un growth hacker.
Lungi da me considerarmi un esperto in qualche ambito, se sei un esperto in qualcosa smetti di avere quel fuoco interno che ti spinge a scoprire e/o testare. Io leggo, studio e applico concetti che possono tornare utili alla crescita del mio progetto o della mia marca personale. Se non sbagli tanto, stai facendo qualcosa di sbagliato.
Ad oggi il vostro team come è composto? E dal punto di vista logistico come e dove siete dislocati?
Il team è formato da 4 persone: io mi occupo di marketing e vendite, un socio cura la parte tecnologica, un altro l'aspetto finanziario e le relazioni con banche e assicurazioni, uno si occupa delle operations. Tutti ci confrontiamo sulla UX e la strategia di sviluppo e acquisizione. Attualmente operiamo da Milano e Barcellona principalmente da remoto.
Quali tool ritieni essere indispensabili per il vostro lavoro in team?
Slack e Skype (che io sto cercando di eliminare e sostituire con appear.in visto le terribili falle che continua a mostrare in modo ripetitivo negli ultimi mesi).
Obiettivi del 2018?
Continuare a far crescere la community e stringere partnership importanti sia con incumbents (banche e assicurazioni) che con altre imprese fintech.
Quali sono state le startup Fintech che anche grazie alla presenza sul vostro portale hanno poi riscontrato maggior successo?
Stiamo collaborando attivamente con Housers, la piattaforma di crowdfunding immobiliare nata in Spagna e che ora è attiva anche in Portogallo e in Italia. Abbiamo affiancato Housers per il lancio sul mercato italiano.
Ho visto che sul vostro portale censite startup Fintech che offrono i servizi più diversi: come però la blockchain dalla tua esperienza sta cambiando le carte in tavola trasformando completamente questi mercati?
La tecnologia blockchain è ancora in una fase sperimentale, è ancora presto per dire quali saranno i reali impatti di questa tecnologia sul mondo bancario e finanziario. Nel 2008 si parlava già di disruption con le soluzioni fintech, dopo 10 anni abbiamo capito che invece di disruption molto spesso siamo di fronte a innovazioni incrementali, credo che la stessa cosa succederà con la tecnologia blockchain. Bisognerà capire se l'adozione di blockchain private da parte di banche e assicurazioni potrà essere considerata nel futuro come "disruption" o semplice "maquillage", limitando di molto la promessa rivoluzionaria della blockchain.
"La tecnologia blockchain è ancora in una fase sperimentale, è ancora presto per dire quali saranno i reali impatti di questa tecnologia sul mondo bancario e finanziario"
Ti ho spesso sentito dire che le banche tradizionali dovranno per forza evolversi: questo passa necessariamente attraverso l’acquisizione o la collaborazione con piccole startup Fintech che hanno saputo in maniera snella e agile sfruttare le nuove teconologie? Ad esempio come suggerito sempre da te durante qualche conferenza, aprendo loro gli immensi database?
Collaborare con le fintech è una mossa obbligata per banche e assicurazioni se non vogliono soccombere all'imminente entrata nel settore finanziario dei GAFA (Google, Amazon, Facebook e Apple) e dei BAT (Baidu, Alibaba e Tencent). GAFA e BAT hanno dalla loro una base utenti maggiore rispetto a quella delle banche e delle fintech e delle competenze tecnologiche nettamente superiori, anche il loro brand è forte e spesso infonde fiducia nei consumatori. Banche e assicurazioni che si ostinano a svilupparsi in casa soluzioni in-house senza avere competenze o capitale umano ad hoc sono costrette a passare per diversi "fallimenti di mercato" prima di trovare il giusto mix di competenze. Aprire i database non è più una opzione, grazie alla nuova direttiva europea sui pagamenti, la PSD2, entrata in vigore a gennaio di quest'anno vedremo nuovi modelli di business affacciarsi sul mercato. Fintastico gioca un ruolo importante in questo aspetto e siamo aperti a collaborare con banche, assicurazioni, società di telecomunicazioni, grandi player tecnologici e tutti quei soggetti disposti a sfruttare le possibilità offerte dalla tecnologia in ambito finanziario.
"Collaborare con le fintech è una mossa obbligata per banche e assicurazioni se non vogliono soccombere all'imminente entrata nel settore finanziario dei GAFA (Google, Amazon, Facebook e Apple) e dei BAT (Baidu, Alibaba e Tencent)"
Dalla tua esperienza qual è lo ‘stravolgimento’ più grande? Quello riguardo i pagamenti?
I pagamenti sono il "cavallo di troia" da lì sono partiti alcuni dei servizi fintech più famosi (es. Transferwise, Satispay, ecc.). Ora la partita si sposta dalla disintermediazione dei servizi finanziari a una nuova modalità di intermediazione più smart e che fa leva sulle analisi dei dati, possiamo parlare di un online banking 2.0 dove con 2.0 parliamo anche dell'offerta di soluzioni fintech.
Invece a livello di criptovalute come valuti la situazione? Tolti questi ultimi mesi in cui vi è stata una massiccia attenzione a queste monete (soprattutto a livello semplicemente speculativo), come le valuti in ottica di medio-lungo termine?
Sicuramente potranno offrire una riduzione di costi importante a livello di banche e assicurazioni, sopratutto se penso alla tokenizzazione di asset fisici. L'adozione di criptovalute da parte della popolazione più anziana lo vedo ancora troppo lontano e di difficile attuazione.
"Sicuramente le criptovalute potranno offrire una riduzione di costi importante a livello di banche e assicurazioni, sopratutto se penso alla tokenizzazione di asset fisici"
Ho visto come attraverso il blog cercate di creare molta informazione e cultura sull’argomento: siamo ancora indietro in Italia da questo punto di vista?
Purtroppo siamo molto indietro in Italia rispetto a questo punto di vista. Ricordo per esempio una volta a Barcellona, stavo cenando in un ristorante thailandese e una coppia seduta al tavolo di fianco stava parlando in modo animato rispetto a diverse soluzioni fintech spagnole. Ricordo che era la ragazza a fare una lista di 5/6 servizi fintech al ragazzo cercando di fargli capire cosa intendesse per fintech. Mi sono immaginato la stessa conversazione in un ristorante a Milano, quanti servizi fintech è in grado di elencare una ragazza al suo ragazzo (o viceversa) a Milano? Fate questo test con i vostri amici e amiche e poi... fateli iscrivere su Fintastico, dobbiamo colmare insieme anche con il vostro aiuto questo ritardo tutto Italiano rispetto al fintech.
Adesso ti chiederei gentilmente qualcosa di più personale: avresti voglia di raccontarci quello che è il tuo background per aiutare a capire meglio i nostri amici lettori chi e come può creare una startup? E come partendo dal tuo background sei giunto fin dove sei oggi e come ti sei avvicinato al mondo Fintech? Ti reputi un ‘born entrepeneur’ o pensi che lo si possa tranquillamente diventare?
Sono stato bocciato al primo anno di perito informatico. In seguito i miei genitori mi hanno iscritto ad un istituto professionale. Se fai un professionale la gente pensa che non arriverai mai da nessuna parte. Mi sono iscritto alla facoltà di economia all'Università degli Studi di Bergamo (UNIBG), mi sono laureato in triennale in Commercio Estero e ho fatto un anno di Erasmus in Austria dove ho avuto modo di seguire corsi sulle energie rinnovabili e il trading energetico. Rientrato a Bergamo, in quel momento, l'UNIBG non offriva nessuna specialistica in inglese e io non avevo nessuna voglia di fare il pendolare Bergamo - Milano per fare una specialistica in inglese. Dopo una ricerca ho trovato una specialistica in inglese che faceva al caso mio ad Amsterdam e con un costo relativamente ridotto rispetto al Regno Unito, solo 1800€ (due anni di specialistica a Bergamo in quel momento). Nel 2012 con una laurea in mano ad Amsterdam speravo di trovare un lavoro in ambito sostenibilità ambientale. Purtroppo ad Amsterdam cercavano solo laureati in finanza o laureati in informatica. Nella capitale della sostenibilità europea, della sostenibilità non c'era traccia, a parte le biciclette lungo i canali e i tulipani un po' ovunque. Per uno strano scherzo del destino, risposi ad una offerta di lavoro via LinkedIn di una impresa fintech e dopo un'intervista via Skype, dopo una settimana mi comunicavano che mi avevano selezionato per un lavoro a Barcellona e non in un paesino vicino ad Amsterdam come credevo inizialmente. In questo modo ho iniziato a lavorare in ambito fintech e crearmi delle competenze che mi hanno permesso di non smettere da cinque anni a questa parte di lavorare nel settore. A seguito di un grave lutto in famiglia, il 2016 non è stato sicuramente il mio migliore anno ma grazie ad una borsa di studio a copertura totale sono potuto rientrare a Milano per 3 mesi e prender parte a un coding bootcamp organizzato da TAG Innovation School che mi ha permesso di prendere famigliarità e dimestichezza anche con le più recenti tecnologie di sviluppo web che in ambito fintech sono molto importanti. In questo modo ho completato in parte il mio profilo "fintech" unendo a delle solide basi di conoscenza economica anche l'aspetto tecnologico e di metodologie adottate in ambito startup che mi differenzia da un generico "sportellista bancario". Se nasci "born entrepreneur" è perché molto probabilmente la tua famiglia ti può aiutare in questo aspetto, credo che si possa diventare un imprenditore e che sia possibile a chiunque. Non è un percorso facile, ma è possibile.
Ci racconteresti qualcosa della tua esperienza in TAG?
Ho trovato un team competente formato da professionisti seri e affidabili. Una esperienza che mi sento di consigliare a chi vuole cambiare la propria traiettoria professionale e rimanere al passo con questo mercato del lavoro in continuo cambiamento.
"Studiate tanto e poi.... lanciatevi! non esiste il percorso di studio perfetto che ti forma a diventare un imprenditore"
Che consigli daresti a un giovane appena uscito dal liceo o iscritto all’università che sogna di diventare entrepreneur?
Studiate tanto e poi.... lanciatevi! non esiste il percorso di studio perfetto che ti forma a diventare un imprenditore. Solo sbagliando, rialzandoti e riprovando troverete quel market-fit che vi permetterà di fare veramente la differenza sul mercato. Fondamentale in tutto questo è la scelta dei vostri compagni di viaggio, il team in una startup è tutto. Da soli Steve Jobs, Mark Zuckemberg e Bill Gates non sarebbero andati molto lontani.
"Il team in una startup è tutto"
Hai avuto dei mentori anche se solo ‘platonici’?
Purtroppo credo di non aver mai avuto dei veri e propri mentors, quello che ho imparato e continuo ad imparare lo devo principalmente alle esperienze che faccio sul campo.
Come forse sai io con trovalatuastrada.com voglio condividere il meglio del content che si trova online; tu avresti da segnalarci qualche blog/sito/entrepeneur/libro che ti ha aiutato nel tuo percorso? Su quali siti ti tieni aggiornato in ambito FinTech se vuoi svelarlo? E ad oggi come è la tua giornata tipo a livello di routine lavorative ma non solo?
Un blog/sito/libro che mi aiutato nel mio percorso è stato Italian Indie: il progetto è nato free ora è da un po' che non lo seguo ma credo che sia a pagamento. Trovavo interessante ascoltare interviste a persone che avevano vissuto o stavano vivendo le mie stesse difficoltà nel fare una impresa. Su fintastico abbiamo creato una pagina chiamata Fintech Radar che si aggiorna ogni due ore e raccoglie dalla rete le principali notizie fintech, una volta usavo le newsletter. Dopo essermi svegliato, lavato e colazione scendo e mi incammino verso il coworking a Barcellona che ho preso come mia base operativa, una volta arrivato in ufficio apro la mia agenda e vedo le task della giornata. Può sembrare strano che uno che opera nel fintech si affidi a una agenda ma è una tradizione che mi porto dietro da i miei due anni ad Amsterdam. Tutti i miei amici olandesi avevano una agenda e ci si organizzava in questo modo per gli incontri.
Qualcuno dice che creare un’impresa è come ‘masticare vetro fissando gli abissi’..pensi che questa definizione ben rappresenti il creare una startup? Se si, come si supera tutto questo?
L'imprenditore sopratutto se agli inizi deve affrontare molte difficoltà. L'umore sale e scende continuamente in un vortice di emozioni e sensazioni difficili da spiegare. Un giorno si è euforici perché si è chiuso un importante contratto con una grande impresa, un altro giorno anche il più piccolo dei bug fa diventare isterici. Ci sono dei pro e dei contro nel essere un imprenditore, ognuno deve valutare attentamente questi aspetti e fare una piccola analisi dei costi e benefici. Per superare i momenti difficili bisogna mettersi a testa bassa e lavorare, la fiducia nel progetto e nelle proprie capacità deve essere sempre presente e se possibile "allenata" attraverso il raggiungimento di obiettivi più piccoli e/o la formazione e l'aggiornamento continuo.
Hai qualche imprenditore al quale ti ispiri o che consideri tuo modello? (sappi che Elon Musk, Jeff Bezos e Gary Vee non valgono.. :) scherzo ovviamente)
Mi piace molto un imprenditore e investitore spagnolo sconosciuto ai più almeno in Italia, si chiama Carlos Blanco ed è stato nominato per diversi anni come il miglior business angel in Spagna.
"Educare al fare impresa e se possibile lasciare per una volta a casa i personalismi che troppo spesso asfissiano il panorama Italiano"
Infine come consideri l’ecosistema startup in Italia? Cosa pensi si possa e debba fare per migliorare la situazione attuale?
L'ecosistema startup in Italia è ancora molto debole. Le istituzioni sono ancora alla finestra, invece di parole ci sarebbe bisogno di fatti e azioni concrete. Per migliorare la situazione attuale bisogna partire come sempre dall'educazione. Educare al fare impresa e se possibile lasciare per una volta a casa i personalismi che troppo spesso asfissiano il panorama Italiano. C'è sempre qualcuno che vuole essere più grande e/o bravo di quello che in realtà è. Se si facesse veramente sistema, l'Italia potrebbe competere anche con gli altri ecosistemi Europei.
Grazie a Fabrizio per il tuo tempo e per tutti questi consigli e racconti delle tue esperienze!
Condividete, commentate e fatemi sapere cosa ne pensate!
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