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Immagine del redattoreAntonio Garbaccio

Interviste: Diego Tremolizzo di Linco

Diego in questa piacevole chiaccherata ci racconta il suo nuovo progetto, Linco, piattaforma di consulenti freelance: sicuramente in linea con i work trend dell'ultimo periodo.


Ho conosciuto Diego qualche mese fa al bellissimo evento di Singularity University Italy a Milano. Io ho avuto la grande opportunità di poter andare come partecipante e osservatore, mentre Diego era lì per conto della Fintech per cui lavora attualmente. Ma non è di questo che voglio parlare oggi, bensì del ‘Side Hustle’ di Diego, da poco sul mercato: Linco.





Linco è una piattaforma, o meglio una community, di consulenti freelance selezionati e con profilo manageriale, che offrono i loro servizi ad aziende, le quali possono trovare la loro soluzione, proprio inviando una richiesta sulla piattaforma. Ci facciamo raccontare più avanti nel dettaglio quali sono le caratteristiche di questo progetto e le sue peculiarità, in un mercato iper-competitivo e che vede grosse aziende, dal mio punto di vista, dominare il mercato.


Diego, classe 1981, esperienza in grandi aziende di consulenza del calibro di KPMG e Accenture e da pochi mesi coinvolto in questo nuovo progetto.


Ma partiamo con le domande!


Innanzitutto, grazie mille per la disponibilità. Come accennavo sopra, avevo già’ conosciuto Linco negli ultimi tempi, soprattutto per averne letto su Linkedin, ma solo da poco ho scoperto che dietro c’eri tu! Brevemente, come e quando è iniziata questa avventura?

Grazie a te per questa intervista che mi fa piacere venga pubblicata su TrovaLaTuaStrada, un sito che ritengo fonte d’ispirazione per chi, come me, approccia il mondo delle startup e dell’imprenditoria.

A LinCo lavoro con gli altri co-founder da circa un annetto, ma abbiamo formalmente costituito la Società solo lo scorso luglio. Ci siamo presi un po’ di tempo per disegnare bene la soluzione e per fare il set-up come si deve.


Nella vostra crescita iniziale avete o state seguendo il metodo lean? Avete prima di tutto messo in piedi un MVP e cercato di capire se esistesse o meno un mercato? Oppure che strategia avete o state utilizzando?




La metodologia lean è tuttora il nostro faro guida. Guidati dal best seller di Eric Ries “Partire leggeri”, abbiamo considerato la nostra realtà come un “pilota”. Abbiamo quindi creato un MVP, che cerchiamo di migliorare continuamente, in base agli input che riceviamo da tutti i nostri interlocutori (consulenti che entrano nella Community e clienti in primis). Peraltro Davide, uno dei soci, è un formatore ed esperto della metodologia lean.


"La Open Talent Economy si caratterizza per questi aspetti:un modo di lavorare collaborativo, trasparente, abilitato dalla tecnologia, in un contesto di rapidi cicli economici. È un’economia dove l’accesso al talento è più importante rispetto alla sua contrattualizzazione"

Ad oggi, di che numeri parliamo? Geograficamente parlando siete esclusivamente su Milano o vi state allargando come località che possano beneficiare del vostro servizio?

Siamo ancora alle prime battute, ma i nostri numeri sono in continua crescita. Ad una settimana dal lancio, potevamo contare già su di una ventina di ottimi profili di consulenti freelance che hanno deciso di darci fiducia e pensare che avremmo potuto aiutarli nel generar per loro nuove opportunità di business.

Al momento vogliamo operare in Italia, ma non precludiamo nessuna espansione all’estero qualora ne avessimo l’opportunità.


Vuoi provare a spiegarci più nel dettaglio esattamente che servizi offrite, e quali sono stati gli ostacoli più ardui da superare, tecnologici e non?

LinCo nasce dall’osservazione di due trend principali. Il primo trend cui mi riferisco ha a che fare con la crescita negli anni recenti della cosiddetta Open Talent Economy e del numero di lavoratori autonomi nel mondo. Uno studio Deloitte (“The Open Talent Economy – People e work in a bordless workplace” – 2013) riporta che la Open Talent Economy si caratterizza per questi aspetti: un modo di lavorare collaborativo, trasparente, abilitato dalla tecnologia, in un contesto di rapidi cicli economici. È un’economia dove l’accesso al talento è più importante rispetto alla sua contrattualizzazione.

Le barriere tra le organizzazioni diventano più labili, con lo sviluppo di ecosistemi integrati e dove le competenze necessarie possono essere portate nell’azienda non solo dall’interno, ma anche dall’esterno, ossia da network esterni di professionisti, come LinCo.


Una studio recente dell’associazione dei freelance negli USA con una nota piattaforma per freelance americana (“Freelancing in America” - 2017) stima che, per il 2027, più della metà dei lavoratori in Europa saranno freelance. Qui tra l’altro, l’Italia fa la voce da leone, essendo già oggi il primo paese in Europa per numero assoluto di freelance. L’altro trend in essere è quello dello “skill-shortage” (evidenziato da una ricerca di ManPowerGroup “Solving the Talent Shortage” - 2018), che evidenzia la difficoltà delle aziende nel reperire competenze, soprattutto in ambito STEM (Science Technology Engineering Mathemathics). Proprio in quest’ottica nasce LinCo, con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di servizi offerti da top freelance selezionati e quindi provando ad attenuare la carenza di competenze ricercate dalle aziende. Come accade tutto ciò?


Dal punto di vista operativo, le aziende fanno la richiesta di un determinato servizio di consulenza direttamente sulla piattaforma e noi, attingendo alla nostra community di freelance selezionati, proponiamo una rosa di candidati che rappresenti, per competenza ed esperienze, il “perfect match” rispetto alla richiesta.

Il problema principale che riscontriamo ad oggi è che volendo essere una realtà totalmente digitale, ci scontriamo con la modalità molto tradizionale e “off-line” di fare business “B2B” in Italia, ancora molto legata alla necessità dell’incontro di persona o delle interminabili chiacchere telefoniche prima di concludere.


Ci sono grossi player nel mondo della consulenza con i quali è difficile in qualche maniera fare i conti, o conviene sempre andare dritti per la propria strada fiduciosi nella propria idea e vision, senza badare troppo a concorrenza e similari? Ricordo che Paul Graham, fondatore del Y Combinator, dice sempre che la maggior parte delle startup non muoiono uccise dalla concorrenza, bensi’ per ’suicidio’..

Noi non ci poniamo come concorrenti delle Società di consulenza, anzi pensiamo di poterle supportare nella loro ricerca di competenze temporanee, da dover inserire rapidamente, ad esempio per problemi di capacity e necessità di personale immediato.


LinCo nasce con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra domanda e offerta di servizi offerti da top freelance selezionati e quindi provando ad attenuare la carenza di competenze ricercate dalle aziende"

Un paio di domande forse ‘scomode’ che mi vengono in mente adesso..


Quando penso alla consulenza, soprattutto in ambito IT, penso a grosse aziende che bene o male si spartiscono il mercato, lasciando, guardando da fuori ma avendo anche lavorato in ambito IT, poco spazio ai piccoli e men che meno ai freelance.

Essendo però la vostra community proprio di freelance, a che target di clienti vi rivolgete?

In LinCo crediamo che, nel mercato della consulenza in Italia, ci sia spazio per tutti. Tale mercato è in forte crescita da diversi anni. Uno studio di Assoconsult riporta che il fatturato totale della consulenza in Italia era di 4,5 mld/ € nel 2018 (+7,8% rispetto al 2017). Del totale fatturato, il 20% è riconducibile a servizi IT (+29,3% rispetto all’anno precedente).

I nostri target principali sono le startup, che hanno bisogno di professionisti forti in un determinato ambito (ad es. tecnologico o legato al marketing digitale), le boutique di consulenza, che hanno bisogno di inserire professionisti in modo rapido o le PMI che hanno bisogno di eseguire progetti trasformativi e che non hanno la necessità di portarsi in casa professionisti a lungo termine.


L’idea di per sé non è nulla di nuovo, quali sono dunque i vostri punti di forza o le vostre caratteristiche con le quali vi distinguete e che pensate possano farvi diventare punto di riferimento?

Sul panorama italiano, la nostra piattaforma, per le sue caratteristiche, riconducibili sostanzialmente al fatto di voler valorizzare l’esperienza digitale in un mercato tradizionalmente offline, come quello della consulenza, rappresenta a nostro avviso un unicum. I nostri punti di forza sono la qualità dei nostri consulenti, che sono selezionati sia in fase di affiliazione, che nel continuo (con i feedback forniti dai clienti a fine progetto) ed il servizio. Quest’ultimo si caratterizza per rapidità nella risposta, favorita da un sistema di matching automatizzato, tra richiesta ricevuta e competenze della community ed il servizio di selezione ai fini del “perfect match” che eseguiamo all’interno della Community (LinCo non è un market place, ma siamo noi a fornire una selezione di consulenti al cliente).


Ho letto anche che sono i professionisti stessi a fissare il loro pricing: come pensi questo possa in qualche maniera funzionare, considerando che di solito esiste una provata difficoltà del singolo a fissare il giusto prezzo per il proprio operato?

Corretto, i professionisti LinCo stabiliscono il loro compenso. Se hanno difficoltà nel farlo possono essere aiutati da noi che, avendo una vista più alta sul mercato, possiamo consigliar loro un prezzo consono.


Inoltre, da quello che ho potuto vedere, siete voi come piattaforma che selezionate in ingresso i freelance e i consulenti: come è stato pensato questo processo di selezione? Immagino infatti vogliate mantenere un livello qualitativo delle prestazioni offerte molto alto: mi viene facile però pensare questo processo una volta avuti i feedback dai clienti, ma in fase iniziale in che cosa consiste?

Vogliamo distinguerci in maniera significativa da altri attori presenti sul mercato, che operano principalmente attraverso la logica del marketplace. Noi stessi, nella creazione di LinCo, abbiamo adottato in alcuni casi i servizi di questi player e abbiamo potuto toccare con mano il livello basso del servizio. Vogliamo che la nostra community offra un servizio premium, che accontenti il cliente per la qualità del lavoro svolto ed il consulente affiliato, per il pricing che ha potuto spuntare. La selezione in ingresso avviene con screening del cv e intervista telefonica. La selezione nel continuo avviene con feedback strutturati, richiesti ai clienti al termine di ogni ingaggio.


Che tipo di consulenti avete oggi in piattaforma? Giovani, con più esperienza, un mix, e a che target di consulenti vi volete proporre?

I nostri consulenti, per le caratteristiche in termini di professionalità e competenze necessarie, sono prevalentemente persone con almeno una decina d’anni di esperienza, con forti competenze verticali in una determinata industry o su di una determinata tematica.

Abbiamo un buon mix di uomini e donne, ma ci piacerebbe avere più iscritte donne, che a metà dicembre 2019, rappresentavano solo il 20% della nostra Community.


Che tipo di consulenti avete oggi in piattaforma? Giovani, con più esperienza, un mix, e a che target di consulenti vi volete proporre?

I nostri consulenti, per le caratteristiche in termini di professionalità e competenze necessarie, sono prevalentemente persone con almeno una decina d’anni di esperienza, con forti competenze verticali in una determinata industry o su di una determinata tematica.

Abbiamo un buon mix di uomini e donne, ma ci piacerebbe avere più iscritte donne, che a metà dicembre 2019, rappresentavano solo il 20% della nostra Community.


Ad oggi il vostro team come è composto? E dal punto di vista logistico come e dove siete dislocati?

Essendo partiti da poco ed avendo una piattaforma piuttosto automatizzata, anche dati i volumi attuali, riusciamo a gestire il tutto in tre. Siamo dislocati tra Milano e la Brianza (Monza ed Erba).


Quali tool ritieni essere indispensabili per il vostro lavoro in team?

Un tool su tutti Trello che ci permette di gestire in maniera condivisa i documenti progettuali (in modalità nuvola) e LinkedIn, per farci conoscere da clienti e nuovi consulenti.


Obiettivi del 2020?

Far crescere la nostra community di professionisti indipendenti, rendere soddisfatti del servizio un numero importante di clienti e aumentare le partnership con realtà che abilitino il lavoro dei nostri professionisti (ad es. centri di co-working o enti di formazione) o che ci facciano intercettare più velocemente le esigenze dei nostri clienti.


"Il mio consiglio principale per i giovani neolaureati è: sperimentate e non arrendetevi"

Adesso ti chiederei gentilmente qualcosa di più’ personale: avresti voglia di raccontarci quello che è il tuo background per aiutare a capire meglio i nostri amici lettori chi e come può’ creare una startup? E come partendo dal tuo background sei giunta fin dove sei oggi? Ti reputi una ‘born entrepeneur’ o pensi che lo si possa tranquillamente diventare? Ti chiederei inoltre di raccontarci qualcosa dell’esperienza startup come progetto secondario..sere e weedend dedicate immagino quindi?

Io provengo da una famiglia molto distante dall’imprenditoria e per certi versi, addirittura avversa al rischio. Con un padre dipendente pubblico ed una madre casalinga, è difficile far passare certi concetti. La mia propensione per l’imprenditoria credo sia soprattutto figlia delle mie esperienze milanesi e del contesto in cui mi son trovato, a partire dalla mia esperienza universitaria in Bocconi.

Ho speso gran parte della mia carriera lavorativa in consulenza; questo mi ha dato un metodo rigoroso per approcciare il lavoro e la giusta flessibilità mentale per affrontare contesti e sfide diverse ed è proprio dall’idea di “svecchiare” il mondo della consulenza, nasce LinCo.


Che consigli daresti a un giovane appena uscito dal liceo o iscritto all’università che sogna di diventare entrepeneur? Hai avuto dei mentori anche se solo ‘platonici’? Come forse sai io con Trovalatuastrada voglio condividere il meglio del content che si trova online; tu avresti da segnalarci qualche blog/sito/entrepeneur che ti ha aiutato nel tuo percorso?

Il mio consiglio principale per i giovani neolaureati è: sperimentate e non arrendetevi. Sperimentare è importante per trovare la propria strada e per conoscere meglio i propri limiti e i propri punti di forza in ambito lavorativo. Da questo punto di vista, iniziare in realtà strutturate e magari con operatività all’estero, consente di mettersi alla prova, dal giorno uno. Non arrendersi è importante, soprattutto quando si è giovani, ossia quando siamo più soggetti ad un certo grado di “volatilità” dei nostri giudizi. È importante insistere nelle nostre sfide, per evitare che rimanga un’esperienza vissuta superficialmente che non ci insegni nulla.

Un ispiratore per me è Warren Buffet (considera che ho una laurea in Finanza), un grande uomo d’affari americano, che ha messo l’impegno e l’integrità davanti a tutto. È famosa la sua frase: “Cerca tre cose, in generale, in una persona: intelligenza, energia e integrità. E se non hanno l’ultima, non preoccupatevi neanche delle prime due”.


Un libro che ogni entrepeneur dovrebbe necessariamente leggere o che ha avuto un ruolo molto importante nel tuo percorso?





Un libro che mi piace molto e che ha rappresentato per me fonte di ispirazione è un libro del prof. Yuval Noah Harari “21 lezioni per il XXI secolo”. Rappresenta in maniera molto semplice evoluzioni recenti e soprattutto potenzialmente future di tanti argomenti rilevanti quali il lavoro, la politica, l’economia. Ti fa ragionare su cose che sono sotto gli occhi di tutti, ma che pochi vedono.


Qualcuno dice che creare un’impresa è come ‘masticare vetro fissando gli abissi’. Pensi che questa definizione ben rappresenti il creare una startup? Se sì, come si supera tutto questo?

Ci sono momenti difficili, che hanno a che fare soprattutto con la necessità di conquistare la fiducia di altri quando hai un brand non noto. Ma sono convinto che se risolvi davvero un problema a qualcuno, allora la tua impresa dovrebbe poter camminar da sola.


Hai qualche imprenditore al quale ti ispiri o che consideri tuo modello? (sappi che Elon Musk, Jeff Bezos e Gary Vee non valgono.. :) scherzo ovviamente)

Mi piace citare il professore universitario e imprenditore americano Jerry Kaplan. Il suo libro “Le persone non servono”, dà un interessante spaccato sul futuro del lavoro, considerando “hot topics” odierni, quali l’automazione e l’intelligenza artificiale. Si potrebbe considerare quasi un libro di fantascienza alla Asimov, se non fosse che quello che racconta derivi da anni di studio e lavoro nell’ambito dell’IA ed sia tutto (spaventosamente) molto verosimile.


"Warren Buffet diceva “Cerca tre cose, in generale, in una persona: intelligenza, energia e integrità. E se non hanno l’ultima, non preoccupatevi neanche delle prime due” "

Infine, come consideri l’ecosistema startup in Italia? Cosa pensi si possa e debba fare per migliorare a situazione attuale?

Da quello che leggo, in Italia siamo abbastanza indietro (almeno rispetto agli altri paesi leader nel mondo). Non mi sembra si stia facendo un qualcosa di “disruptive”, che è forse quello che servirebbe data la domanda e l’offerta di innovazione presente qui in Italia, per lo meno qui in Lombardia.



Ciao Diego grazie ancora per la disponibilità e la voglia di raccontarci la vostra avventura!


Stay tuned




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