Big Data e Intelligenza Artificiale con Sergio Negri ed Enrico Busto.
Sono stato la scorsa settimana per la prima volta al Talent Garden di Torino per un evento sull’intelligenza artificiale. Non ero mai stato lì e ho trovato una location molto suggestiva e che ispira innovazione da tutti i pori.
Questa sede del Talent Garden si trova in via Giacosa, proprio di fronte al parco del Valentino, nel palazzo della fondazione Agnelli.
Per chi non conoscesse Talent Garden, nasce come uno spazio di coworking ma ormai famoso per networking e formazione, consiglio vivamente di andare a cercare un po’ online la loro storia. In pochi anni infatti sono diventati un punto di riferimento europeo e un esempio di eccellenza italiana. Un articolo intero andrebbe dedicato a loro, e cercherò di scriverlo presto, magari intervistando qualcuno dei founder.
L'evento dell’altra sera riguardava appunto l’intelligenza artificiale: termini tanto, troppo usati in questi ultimi tempi ma che pochi conoscono davvero. Io per primo non sono un grande esperto in materia e questa è stata una buona occasione per schiarirmi le idee e comprendere meglio alcuni concetti e alcune nozioni di base.
Presentavano la serata Paolo Gibin e Filippo Tembia Bonda di Teamrs (azienda che si occupa di re-inventare le organizzazioni ed aiutarle a intraprendere un percorso di innovazione e digitalizzazione) che insieme ad Addfor stanno anche creando una serie di ‘Training Camp Courses’ indirizzati alle figure di Data Engineer, Data Scientist e Business Innovator.
Sono intervenuti con due belle presentazioni prima Sergio Negri (imprenditore e professore all’IE di Internet of Things, AI e trasformazione digitale) che ha parlato dei Big Data, e di alcuni concetti fondamentali intorno ai Big Data stessi.
Uno dei concetti che ha voluto ribadire è quello della percezione della privacy nel mondo dei dati. Pensiamo infatti a come questi vengano usati nel mondo del digital e siano parte integrante di questo tipo di business. Saperli usare è fondamentale in quanto, come ci insegnano gli eventi di questi giorni con lo scandalo di Cambridge Analityca, siamo tutti molto gelosi di questi ultimi e saper gestire la linea di confine tra privacy e dato è molto difficile. L'analisi dei dati non ha bisogno di grossi algoritmi ma mi di grandi idee.
Altro concetto importante è quello che i dati non sono sufficienti da soli a creare del valore, che la personalizzazione nei confronti del clienti è cosa ottima, ma non deve mai superare quella linea di confine perché altrimenti diventa poi troppo ‘creepy’.
Ancora ha cercato di portare esempi pratici di aziende che sfruttando la mole di dati di cui erano in possesso ma inutilizzati, anche con algoritmi semplici, sono riuscite a invertire la rotta del loro business.
L'intervento di Enrico Busto, CTO di Addfor, si è invece focalizzato su cosa significa lavorare con l'AI. Partendo dalle sfide che questo ambito ci riserva si possono definire diversi gruppi di algoritmi che spaziano dal Machine Learning al Deep Learning. Sempre di più queste analisi stanno diventando fondamentali per capire a fondo i nostri dati e poter innovare.
Ha raccontato come alcune volte le enormi quantità di dati da analizzare rendono necessario lavorare direttamente in-stream, e non su database come siamo invece abituati a pensare. Mi ha anche poi chiarito il fatto che l’AI sia il ‘contenitore’ più esterno, e come all’interno ci siano il Machine Learning, modelli nei quali è necessario fornire alla nostra macchina non solo i dati, ma anche la descrizione di ciò che stiamo fornendo per poter ottenere dei risultati in futuro. Ultimo poi il Deep Learning, dove soltanto con i dati i modelli/algoritmi sono in grado di aggregarli per similitudini e poi imparare dai dati stessi.
Enrico ha poi inoltre presentato alcune aree in cui loro operano maggiormente come consulenti: prima fra tutte il riconoscimento di immagini, molto utilizzata a livello industriale e che gli strumenti presenti fino ad oggi non risultavano sufficienti a rispettare i desiderata.
Ha concluso l’interessante incontro una sessione di Q&A.
Insomma sono stato piacevolmente colpito e penso che cercherò di partecipare anche ad altri eventi simili.
Se volete scoprire qualcosa di più potete trovarlo ai seguenti link:
Molti dicono che l’AI entrerà prepotentemente nelle nostre vite e in tutto quello che faremo quotidianamente, al punto da non accorgercene.
Peter Diamandis ha una visione bizzarra, ma che potrebbe anche rivelarsi veritiera: sostiene infatti che fra qualche anno (e meno di quelli che pensiamo), ognuno di noi avrà la sua intelligenza artificiale che compierà molte scelte al posto nostro, primo fra tutti gli acquisti. E dunque le aziende dovranno avere a loro volte delle AI che faranno pubblicità direttamente alle nostre AI...insomma una prospettiva alla Blade Runner..
Sicuramente però nel prossimo futuro questi concetti e questi algoritmi saranno sempre più utilizzati: personalmente mi piacerebbe molto una svolta in questa direzione nella medicina, dove a mio avviso le informazioni che si potrebbero trarre da una condivisione seria e globale dei dati sono infinite.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se anche voi avete partecipato di recente a qualche interessante evento!
Condividete e commentate!
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